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E se pagassimo il giusto prezzo per il cibo? che paura!

Valore di scambio, costi ambientali, responsabilità sociale e cose simili.

Penny Market (discount del gruppo tedesco REWE da 80 miliardi di euro di fatturato) nel 2023 fa un esperimento interessante: propone ai clienti di pagare per 1 settimana alcuni prodotti al loro “prezzo reale” includendo anche i “costi ambientali” e spiegando il calcolo.

Non meraviglia che gli incrementi proposti fossero altissimi rispetto al “normale” prezzo da discount.

Per una settimana Penny offre la scelta ai clienti: vuoi pagare il solito prezzo più basso possibile, o vuoi pagare di più facendoti carico anche dei “costi ambientali”?

Speriamo che i consumatori si siano almeno accorti che i prodotti bio e vegetali avevano incrementi minori, grazie alla stima del loro minor impatto ambientale (tutti produtti industriali, beninteso).

In ogni caso la maggior parte di consumatori ha scelto il prezzo basso.
E chi ha deciso di pagare di più si è sacrificato solo per 1 settimana, tornando subito dopo consapevolmente a pagare il minimo possibile in barba a Clima, Suolo, Acqua, Salute…

Per maggiori dettagli leggi qui.

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L’Italia è un paese schiavista

Anche l’Italia è un paese schiavista.

Paghiamo poco il cibo di cui ci nutriamo, troppo poco: questo è possibile grazie allo sfruttamento dell’ambiebte e di persone che vengono pagate troppo poco.

Lo sfruttamento è possibile perché a queste persone neghiamo: il permesso di vivere in Italia, un contratto di lavoro, un alloggio, un trasporto al luogo di lavoro.

Tutti noi permettiamo lo schiavismo ogni volta che acquistiamo prodotti a prezzi troppo bassi.
Che sia perché ci sentiamo più furbi o perché non ci possiamo permettere altro, in ogni caso siamo complici.

Dovremmo riflettere ogni volta che facciamo la spesa, non soltanto quando qualcuno muore sul lavoro.
E dovremmo agire di conseguenza.